Una giornata di approfondimento sull’evoluzione dei media e della rivoluzione digitale nel mondo del terzo settore, rivolto agli specialisti del fundraising e della comunicazione.
L’evoluzione dei Media nel Terzo Settore
“Semplicità, esperienzialità emotiva, connessione e autenticità sono i pilastri su cui costruire il futuro della comunicazione sociale e del fundrasing. È quanto è emerso dalla nona edizione di Reinventing, l’appuntamento annuale rivolto agli specialisti del terzo settore e nato da un’idea di Francesco Quistelli, Ceo di Atlantis, che ha aperto i lavori della giornata introducendo il tema dell’incontro: l’evoluzione dei media e della rivoluzione digitale nel mondo del no profit.
ll ruolo della semplicità e dell’autenticità nella Comunicazione Sociale
A sollevare i temi sono stati Antonio Barone (Head of Communications WWF), Laura Caserta (Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi donatori privati Fondazione Telethon), Giancarla Pancione (Marketing & Fundraising Director Save the Children) e Laura Perrotta (Fundraising Director Medici Senza Frontiere), i quattro tutor protagonisti del laboratorio pomeridiano che ha portato alla realizzazione dei lavori “Come creare le migliori campagne integrate nell’era della rivoluzione digitale tra vecchie e nuove abitudini e tecnologie”. Tutti i partecipanti, infatti, divisi in gruppi e guidati dai tutor si sono cimentati nel progetto, mettendo in atto e presentando le strategie pensate per promuovere la propria campagna “immaginaria” integrata.
“Oggi più che mai è importante che a guidarci sia la semplicità per far sì che i nostri temi, i nostri valori e i nostri progetti – che sono così importanti – possano raggiungere tutti, a partire dai media fino ai grandi donatori e ai nostri sostenitori tutti”, afferma Giancarla Pancione (Save The Children). “Senza dimenticare la trasparenza, elemento sempre più indispensabilee sentitonel terzo settore non solo internamente alle organizzazioni ma anche perché a chiederlo sono i nostri donatori e sostenitori a tutti i livelli. Distintività per essere riconoscibili sia per il grande pubblico sia per i donatori”, conclude.
Emozione e coinvolgimento per un fundraising efficace
“Non è più il tempo di affiliazione ideologiche ma è importante riuscire a trasmettere l’esperienza e a essere partecipi emotivamente. Il tempo dei social ci ha insegnato non solo a comunicare attraverso la propria personalità mediatica ma anche a condividere la propria esperienza a livello emotivo”, aggiunge Antonio Barone (WWF). “Il nostro obiettivo non è commuovere ma muovere, quindi includere le persone ad essere parte del cambiamento.
Giustizia ambientale e cambiamento climatico sono l’altra faccia delle migrazioni di massa. Le persone devono sentirsi coinvolte e parte in causa dei fenomeni a cui assistiamo quotidianamente per poter intervenire coi propri comportamenti e abitudini. Senza dimenticare di essere contemporanei: i messaggi che si muovono su interessi e temi del bisogno, difesa dell’ambiente e inclusione sociale restano ma quello che cambia sono i modi di comunicarli.
Per questo, l’innovazione gioca un ruolo cruciale anche nel terzo settore per trovare messaggi e linguaggi sempre nuovi e attuali che devono davvero parlare alle persone”.
“È fondamentale entrare in connessione digitale ed emotiva con il pubblico che siano volontari, donatori o media. Sempre di più le sfide del mondo della comunicazione e del fundraising si giocheranno su questo “terreno” e attraverso linguaggi e canali sempre nuovi, in grado di raggiungere tutti per amplificare i nostri messaggi e progetti”, sostiene Laura Caserta (Fondazione Telethon).
“È sempre difficile fare una comunicazione massiva nel sociale, si ha sempre di più bisogno di un racconto, una storia che tocchi davvero l’interlocutore. In un mondo che sempre di più corre veloce e si nutre di una informazione rapida, quasi istantanea, riuscire a trovare il modo giusto di raccontare e farsi conoscere è sempre di più una sfida, per raggiungere quei media che vivono di immediatezza sui social”.
“Non possiamo prescindere dall’autenticità” le ultime analisi evidenziano una crescente perdita di fiducia delle persone nei confronti delle ong, per invertire questa rotta è necessario essere più autentici nel comunicare. Meno marketinge più voce allecomunità e ai beneficiari che raggiungiamo attraverso i nostri progetti e le nostre missioni”, sostiene Laura Perrotta (MSF). “Oltre a tenere conto del pubblico a cui ci rivolgiamo, creando dei contenuti molto specifici, non solo raggiungendo le diverse audience ma anche comunicando nel modo più corretto per ciascuno, tenendo conto della rilevanza eutilizzando gli strumenti e i metodi più efficaci per il pubblico a cui ci rivolgiamo, parlandogli di quello che davvero gli interessa”.
Il ruolo della televisione e dei contenuti audiovisivi nel Terzo Settore
Prima dei laboratori, la giornata si è aperta con gli interventi di Anna Sfardini, vicedirettore del Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisioni e gli Audiviosivi), Roberto Natale, già direttore Rai per la Sostenibilità – ESG e Germano Antonucci, responsabile Editorial &Content Factory Mediaset che hanno delineato, ciascuno per la propria parte, lo stato dell’arte dei contenuti audiovisivi e della loro evoluzione nel panorama dei media.
Attraverso l’analisi di scenario della televisione contemporanea e il ruolo dei contenuti DEI (Diversity, Equity & Inclusion), Anna Sfardini ha parlato della televisione “resiliente” e della sua centralità nel nuovo scenario dei media digitali; Roberto Natale ha condiviso i risultati e l’impegno crescente di Rai per la Sostenibilità – ESG fino all’esempio virtuoso di “Mano a mano”, la trasmissione dedicata a raccontare le campagne di solidarietà ed i protagonisti delle realtà del terzo settore. A chiudere la prima parte della giornata, un focus sulla comunicazione digitale e il ruolo della TV nelle piattaforme social che si stanno trasformando sempre più in piattaforme di intrattenimento puro, a cura di Germano Antonucci.
Costruire una narrazione efficace per il Terzo Settore nel mondo digitale
Ma c’è spazio nelle piattaforme digitali per il Terzo Settore e per questa tipologia di contenuti? E in che modo affrontarli per essere efficaci?
La risposta di Antonucci è “di costruire una narrazione che, coerentemente con il messaggio che si vuole promuovere, sia in grado di interessare e appassionare gli utenti. La vera sfida consiste nel fatto che l’attenzione media, oggi, soprattutto sul mondo digitale, è molto bassa. Bisogna essere allo stesso tempo profondi e veloci”.
Domande, risposte, chiavi di lettura e spunti di riflessione per affrontare le sfide che il terzo settore e i suoi protagonisti si trovano ad affrontare per essere incisivi e “fare la differenza”, in uno scenario sempre più complesso a livello sociale ed economico che “muove” e coinvolge migliaia di professionisti e beneficiari.
Questo è Reinventing.
Arrivederci al prossimo anno!