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Quando le idee si spengono: come superare il blocco creativo e tornare a brillare, insieme.

Creatività

Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.

Fonte: Treccani©

È capitato a tutti, magari davanti a un foglio bianco o ad un brief poco dettagliato, senza paletti da rispettare.

Abbiamo “carta bianca”: potremmo creare qualsiasi cosa, ideare una campagna brillante senza preoccuparci del budget… eppure, la mente si spegne.

Niente scintille, niente lampadine che si accendono. Solo un silenzio nella testa, un vuoto che ci fa sentire smarriti e genera frustrazione.

Ci troviamo davanti al più grande nemico dei creativi: il famoso blocco creativo (psss, sfatiamo un mito: è più comune di quanto si pensi ed è assolutamente normale!)

Ma esiste una buona notizia: il blocco non è un muro, è solo una curva di un percorso fatto di alti e bassi, di temporanei smarrimenti per poi ritrovarci, improvvisamente, sulla strada giusta.

Sì, perché la creatività non è inesauribile e il suo “esserci” o meno dipende da molti fattori, sia soggettivi che oggettivi: va curata, alimentata e protetta per permetterle di crescere e continuare a esistere.

Come uscire quindi dal blocco creativo?

Un’altra buona notizia: spesso non serve forzare le idee, ma semplicemente cambiare prospettiva e, soprattutto, farlo insieme, unendo le menti per scoprire scorci e punti di vista diversi!

In Atlantis lo sappiamo bene: la creatività si nutre di confronto, curiosità, contaminazione e un po’ di sana follia condivisa.

Ecco allora alcune tecniche e workshop che possiamo mettere in campo quando le idee si spengono.

  1. Brainwriting, non solo brainstorming
    Il miglior modo per riattivare la creatività è sicuramente iniziare: cominciate a scrivere, buttare giù idee, parole e pensieri. Questa tecnica è conosciuta come “brainstorming”, un classico che funziona sempre. A volte però, rischia di essere un momento di confronto tra poche voci: non tutti potrebbero sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, magari per paura del giudizio del team. Oltre a lavorare quindi sulla fiducia e l’armonia per creare un clima dove il giudizio sia sospeso, viene in nostro aiuto il brainwriting, una tecnica simile, ma dove tutti possono avere voce. Il brainwriting dà infatti la possibilità di avere il proprio tempo per poter esprimere le proprie idee senza essere interrotti dagli altri. Scrivete tre idee su un foglio, in silenzio. Poi passatelo al collega seduto accanto a voi: potrà aggiungere, modificare o ampliare il vostro concetto, e così potrete fare anche voi. In pochi minuti si creerà una catena di spunti, senza condizionamenti.
  2. La tecnica dei 6 cappelli
    Inventata da Edward de Bono, questa tecnica è un metodo di pensiero laterale per migliorare la propria capacità di pensare. Ad ogni membro del team viene chiesto di guardare allo stesso problema, come ad esempio una nuova campagna da ideare, sotto diversi punti di vista, indossando “cappelli” diversi: logico, emotivo, ottimista, critico, creativo, organizzativo. Un esercizio perfetto che “obbliga” i membri del team ad interpretare dei ruoli, anche molto distanti da loro, per ribaltare il proprio punto di vista, ampliare la propria mente e generare idee nuove dove prima si vedevano solo limiti.
  3. Trasforma il lavoro in un gioco di società
    Come detto prima, a volte basta uscire dagli schemi per rompere il blocco creativo. Possiamo quindi approcciarci al lavoro in maniera differente, quasi come se fossimo in un contesto di gioco, liberando tutta la nostra energia creativa.  Esistono mazzi di carte creati ad hoc con frasi o provocazioni volte a stimolare il pensiero laterale: è il caso delle Oblique Strategies di Brian Eno e Peter Schmidt. Pesca una carta e lasciati ispirare: un modo semplice e veloce per rompere la routine mentale attraverso criptici aforismi.
  4. Lavoro “a staffetta”
    No, non stiamo parlando di una gara o una competizione (fattori stressanti che possono solo peggiorare ulteriormente il blocco creativo) ma di un lavoro di squadra vero e proprio! Questa tecnica è perfetta per sbloccare la creatività quando il gruppo si sente “scarico” o troppo concentrato sulla propria visione. Il principio è semplice, ma potentissimo: nessuno possiede l’idea, tutti la trasformano. Ogni membro del team inizia scrivendo un concept o realizzando uno schizzo, poi lo passa al collega che può continuarlo, modificarlo o, addirittura, stravolgerlo. Così facendo, si perde il senso di “proprietà” sull’idea e si scoprono soluzioni che da soli non avremmo mai immaginato, facendo emergere la vera ricchezza del lavoro di squadra!
  5. Workshop fuori ufficio: esci dalla routine ed entra nell’ispirazione
    A volte basta cambiare ambiente per cambiare visione. Uno dei motivi principali del blocco creativo è la mancanza di stimoli, per questo è essenziale agire su due fronti: coltivare le proprie conoscenze personali e dedicarsi alle proprie passioni, e perché non farlo insieme al proprio team di lavoro? Un laboratorio creativo in uno spazio non convenzionale, una visita ad un museo, un’uscita al parco o persino un pomeriggio al bar possono riattivare la mente. La creatività ha bisogno di aria nuova per respirare: non forzatevi a ricercare a tutti i costi un’idea perché a volte basta mettere in pausa la quotidianità per riattivare il pensiero creativo!

Per concludere, è sempre bene ricordarci che il blocco creativo non è mai un fallimento, ma un segnale. Potremmo trovarci in un momento di forte pressione, in cui mancano nuovi stimoli e tempo per dedicarci all’immaginazione: è proprio a questo punto che occorre fermarci, guardarci intorno e ricominciare da un’altra angolazione.

In Atlantis, crediamo che le idee migliori nascano dall’incontro di pensieri diversi, dalla leggerezza, dalla voglia di mettersi in gioco insieme.

Quindi, la prossima volta che il foglio resta bianco, ricordiamoci che anche quello è parte del processo creativo. Perché dietro ogni blocco c’è sempre una porta che aspetta solo di essere aperta.

a cura di Martina Ghezzi – Graphic Designer & Art Director

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