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Fundraising e Covid-19: la pandemia ha cambiato le abitudini di dono?

Abbiamo chiesto ai fundraiser italiani di aiutarci a monitorare lo stato di salute della raccolta fondi in questo delicato periodo segnato dagli effetti dell’emergenza Covid-19, delineando quello che sembrerebbe un clima di rinnovata fiducia nel mondo del fundraising. Ecco i risultati della nostra Instant Survey.

Il 43% delle organizzazioni che hanno partecipato alla nostra Instant Survey afferma, infatti, che, rapportando i primi sei mesi del 2020 con quelli del 2021, ha visto aumentare la raccolta fondi. Questa opinione è condivisa soprattutto dalle grandi realtà per le quali il dato lievita al 67%. Pollice in su soprattutto per le organizzazioni che operano nel campo sanitario, l’84%, infatti, è d’accordo sul fatto che i primi sei mesi del 2021 siano stati decisamente più proficui rispetto a quelli dell’anno passato.

In generale, il campione concorda sul fatto che la donazione media sia aumentata (54%). Soltanto il 17% intravede una tendenza negativa nel dono medio. Una percentuale che, però, lievita fortemente se si considerano le sole piccole organizzazioni, molto più divise sul fatto che il dono medio sia aumentato (45%) o diminuito (30%). Le più ottimiste sono, ancora una volta, le grandi realtà: l’80% testimonia una crescita della donazione media.

Crescono le donazioni medie nel campo sanitario (53%), anche se la percentuale più alta la si riscontra nella sfera della promozione sociale, dove il dato sfiora il 65%. Percentuali rafforzate dal fatto che nessuna organizzazione di queste categorie sembrerebbe aver riscontrato un calo rispetto alle donazioni medie, mentre il 38% ha dichiarato di non avere ancora un’esatta fotografia del momento.

Se da un lato aumentano le donazioni medie, dall’altro, stando ai dati della nostra Instant Survey, sembrerebbe aumentare anche il numero dei donatori: nel complesso ben il 67% delle organizzazioni che hanno partecipato alla survey afferma di poter contare su più sostenitori.

Ma in che modo il Covid ha influito sui risultati della raccolta fondi? Quasi tutti sono d’accordo sul fatto che ci sia l’ombra della pandemia sugli ultimi risultati della raccolta fondi (78%). Soltanto una piccola minoranza attribuisce ad altri fattori gli ultimi risultati (22%). Sembrerebbe, però, che l’impatto non sia stato necessariamente negativo: di questo 78%, più del 60% concorda sul fatto che sul territorio nazionale le donazioni siano aumentate a causa del Covid, mentre soltanto il 20% pensa il contrario. Per il 15%, invece, le donazioni sarebbero rimaste uguali, contro le aspettative di crescita previste per l’anno in corso.  

Discorso molto diverso se focalizziamo la nostra attenzione sulle organizzazioni che operano fuori dai confini nazionali. Il 54% delle organizzazioni che hanno partecipato alla nostra survey ha dichiarato di non seguire progetti internazionali. Il 46% che invece opera all’estero ha dichiarato di aver riscontrato un’impronta negativa del Covid sulle donazioni (44%).

E a proposito di quella rinnovata fiducia verso i donatori di cui parlavamo all’inizio, soltanto un timido 4% prevede risultati scoraggianti per le prossime Campagne di Natale. Per il 35% invece andranno meglio dello scorso anno, mentre la maggioranza (56%) non ha dubbi: i risultati saranno simili a quelli del passato Natale.

Dalla nostra Instant survey – spiega Francesco Quistelli, Ceo di Atlantis Company – emergono tante voci, ma un unico grande coro che sembrerebbe essere in linea con l’area di ottimismo che ha investito il Paese con il graduale miglioramento della situazione pandemica e la diminuzione delle restrizioni. Per questo se dovessi trovare una parola in grado di racchiudere i risultati emersi grazie alle vostre preziose risposte non potrebbe che essere ‘fiducia’. Una rinnovata fiducia verso i donatori e verso un futuro che si spera possa distaccarsi sempre di più da quanto visto negli ultimi due anni. Cresce la speranza, così come il cuore degli italiani che, dati alla mano, sembrerebbero aver sentito il bisogno di stringersi attorno al sociale in un momento di grande incertezza e sconforto”.