Il 2025 sarà un anno molto complesso per le organizzazioni non profit: comunicare mission e progetti in modo efficace sarà essenziale per non rischiare di scomparire in un contesto globale e nazionale segnato da un susseguirsi di emergenze così serrato da rendere sempre più difficile la sfida di attirare l’attenzione (e possibilmente il sostegno) della popolazione italiana.
Le parole d’ordine per i comunicatori del Terzo Settore dovranno essere: velocità, alta qualità dei contenuti e, soprattutto, piena coerenza con l’agenda mediatica. Oltre a scegliere bene strumenti e strategie, bisognerà, infatti, selezionare altrettanto bene gli argomenti su cui focalizzare i piani di comunicazione, in modo da capitalizzare al meglio le “naturali” opportunità di visibilità offerte dalla cronaca e dall’attualità.
Ma di cosa parleranno i media nel 2025? Quali saranno i temi più affrontati da telegiornali, trasmissioni televisive, quotidiani, periodici e testate on line? Noi di Atlantis Company abbiamo azzardato una previsione analizzando vari rapporti nazionali e internazionali, tra cui il Global Risks Report 2025 del World Economic Forum, che stima i principali rischi globali nel breve e lungo periodo.
Temi per le organizzazioni non profit che operano in Italia
Povertà e disuguaglianze economiche
Le previsioni di aumento del costo della vita, la ricaduta in Italia della crisi economica globale e le variazioni delle politiche di welfare renderanno povertà e disuguaglianze economiche argomenti di grande dibattito. La cronaca potrebbe far entrare nell’agenda mediatica due temi in particolare: la disparità tra Nord e Sud Italia e l’aumento delle disuguaglianze economiche e sociali all’interno delle città italiane, con relativo impatto sulle periferie e sulle fasce di popolazione più vulnerabili. Un contesto che rende il 2025 decisamente un buon anno per comunicare progetti di assistenza alimentare, inclusione lavorativa, empowerment economico e assistenza abitativa.
Disparità sanitarie
Anche la differenza di accesso ai servizi sanitari tra diverse aree geografiche italiane sarà un tema centrale nel 2025, soprattutto alla luce della recente legge sull’autonomia differenziata. Tra il Nord e il Sud Italia c’è un divario molto spiccato in termini di aspettativa di vita, tassi di mortalità evitabile, speranza di vita in buona salute, mortalità infantile e mortalità materna al parto. Parallelamente, le regioni del Sud Italia continuano a mostrare indicatori peggiori rispetto al Nord in termini di liste di attesa, disponibilità di strutture sanitarie e accesso alle cure specialistiche. La carenza di medici e la diminuzione delle risorse sanitarie aggravano il problema, rendendo sempre più difficile garantire un servizio sanitario equo su tutto il territorio nazionale. Il 2025 sarà, dunque, un buon anno per parlare di progetti volti a mitigare la disparità sanitaria. In particolare, la migrazione sanitaria sarà una vera e propria sorvegliata speciale, rendendo potenzialmente molto notiziabili tutti i servizi e progetti connessi al fenomeno.
Salute mentale nei giovani
La crescente incidenza di ansia, depressione e altri disturbi psicologici tra adolescenti e giovani adulti renderà anche la salute mentale un tema molto presente nell’agenda mediatica 2025, soprattutto in associazione all’uso massiccio dei social media e alla dipendenza digitale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), almeno il 10% di bambini e adolescenti a livello globale soffre di un disturbo mentale e il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 29 anni. Anche in Italia, i dati ISTAT mostrano un aumento dei disturbi dell’umore tra i giovani, con una crescente richiesta di supporto psicologico che supera spesso la disponibilità di servizi pubblici.
Nel 2025, in particolare, si parlerà molto del possibile impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita e sul benessere dei ragazzi. Infatti, se da un lato le nuove tecnologie offrono strumenti innovativi per l’educazione e l’inclusione, dall’altro sono connesse a un potenziale aumento dei rischi legati alla dipendenza digitale, alla diffusione della disinformazione e al deterioramento della salute mentale.
I progetti delle organizzazioni non profit legati alla salute mentale, al benessere emotivo e alla protezione dei giovani nel mondo digitale potrebbero trovare, quindi, un terreno molto fertile per attività di comunicazione e campagne di sensibilizzazione e prevenzione.
Identità di genere e diritti LGBTQ+
Le questioni legate ai diritti delle persone LGBTQ+ e all’identità di genere saranno sempre più al centro dell’attenzione pubblica. In Italia, nonostante alcuni progressi, persistono difficoltà sia sul fronte del riconoscimento giuridico che su quello dell’inclusione sociale e lavorativa. Le campagne di corretta informazione, sensibilizzazione e contrasto delle discriminazioni e degli stereotipi, i progetti volti garantire maggiore equità e i programmi di supporto psicologico e legale risulteranno quindi molto interessanti per i media.
Disinformazione e fiducia nelle istituzioni e nella scienza
Secondo il Global Risks Report 2025 la disinformazione è uno dei principali rischi che dovremo fronteggiare nel breve periodo. La crescente influenza delle piattaforme digitali, l’utilizzo spregiudicato e deregolamentato dell’intelligenza artificiale e la velocità con cui le informazioni false possono diffondersi rendono particolarmente difficile contrastare questo fenomeno.
Le organizzazioni non profit, che spesso di occupano di temi molto esposti alle fake news, nel 2025 saranno chiamate a sviluppare strategie efficaci per contrastare la disinformazione, promuovendo una comunicazione trasparente e verificata. I media potrebbero essere molto interessati a parlare di progetti volti ad aiutare le persone a riconoscere le notizie false e a sviluppare un pensiero critico, anche attraverso la collaborazione con esperti di fact-checking, piattaforme digitali e istituzioni accademiche. Inoltre, campagne di sensibilizzazione sui pericoli della disinformazione potranno contribuire a rafforzare la fiducia nella scienza, nelle istituzioni e nei media “certificati”.
Temi per le organizzazioni non profit che operano in altri Paesi del mondo
Instabilità globale e impatto stop USA sulla cooperazione internazionale
Il Global Risks Report 2025 del World Economic individua nei conflitti armati la più grande minaccia che incombe sul 2025 a livello globale. È quindi molto verosimile che le guerre e l’instabilità globale anche quest’anno saranno molto presenti nell’agenda mediatica, con particolare attenzione al Medio Oriente e all’Ucraina. I riflettori saranno puntati anche sugli effetti del forte cambio di rotta degli Stati Uniti sul fronte della cooperazione, che arriva proprio in un momento di crescente instabilità globale e che costringerà le ong a riprogettare parte delle proprie attività e a rafforzare la collaborazione con altri attori internazionali.
Secondo il Global Humanitarian Overview 2025 delle Nazioni Unite nel 2025 saranno oltre 300 milioni le persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria e urgente protezione, a causa di conflitti, emergenze climatiche e altri fattori. La regione con il più alto numero di persone con bisogni umanitari urgenti sarà quella dell’Africa meridionale e orientale (85 milioni), con la crisi catastrofica in Sudan che rappresenta il 35% del totale dei bisogni della regione. In Medio Oriente e Nord Africa sono, invece, stimate in 59 milioni le persone che necessiteranno di assistenza e protezione: mentre la crisi siriana continua a generare la maggiore entità di bisogni nella regione (33 milioni, all’interno della Siria e nei paesi limitrofi), la gravità della crisi è senza precedenti nel Territorio Palestinese Occupato (TPO) e in rapido aumento in Libano. Nell’Africa occidentale e centrale, si stimano 57 milioni di persone bisognose di aiuti, con il maggiore aumento registrato in Ciad, a causa del continuo arrivo di persone in fuga dal Sudan in cerca di rifugio e sostegno. In Asia e nel Pacifico, saranno 55 milioni le persone che avranno bisogno di aiuto, più della metà (30 milioni) in Afghanistan. La crisi in peggioramento in Myanmar continuerà a generare bisogni crescenti, con 22 milioni di persone che necessitano di assistenza e protezione sia all’interno del Paese che oltre confine. In America Latina e nei Caraibi si stimano 34 milioni di persone bisognose, di cui 15 milioni colpite dalla crisi venezuelana. Nel frattempo, in Europa, 15 milioni di persone rimangono bisognose di sostegno umanitario a causa della guerra in Ucraina.
Le organizzazioni non profit impegnate nel soccorso umanitario dovranno affrontare sfide legate alla scarsità di fondi e all’accesso alle popolazioni vulnerabili, specialmente in contesti di guerra. Nel 2025 sarà quindi molto importante per le ong raccontare in maniera chiara e concreta il reale impatto della cooperazione internazionale sulla vita di milioni di persone e gli enormi rischi legati alla riduzione degli aiuti umanitari.
Cambiamento climatico ed eventi climatici estremi
Il rischio più rilavante in assoluto individuato dal Global Risks Report 2025 nel lungo periodo (prossimi 10 anni) è rappresentato dagli eventi climatici estremi, che già nell’anno in corso vengono stimati come una minaccia così pesante da essere seconda soltanto a quella dei conflitti armati. Questo contesto renderà il cambiamento climatico un tema centrale dell’agenda mediatica del 2025, anche in vista della prossima COP, in programma a novembre in Brasile.
I progetti volti a contrastare l’impatto dell’emergenza climatica sulle comunità più vulnerabili e quelli finalizzati a sensibilizzare sui concreti effetti di questa crisi avranno un ottimo potenziale mediatico, soprattutto se progettati in maniera tale da mettere in evidenza le conseguenze dirette del cambiamento climatico sulla vita quotidiana delle persone, anche alla luce del fatto che la stessa Italia sta subendo in maniera diretta fenomeni meteorologici estremi e relativi impatti sulle comunità e sulle economie locali colpite.
Povertà e disuguaglianza a livello globale
Nel 2025 il tema della povertà e della disuguaglianza globale sarà sempre più centrale a causa del crescente divario tra ricchi e poveri e delle difficoltà economiche nei paesi in via di sviluppo. Sono ancora oltre 700mila le persone che soffrono la fame e quasi 3 miliardi quelle che possono permettersi una dieta sana a causa dell’aumento dei prezzi alimentari e della crisi del costo della vita. Dati che l’instabilità globale, i conflitti e le conseguenze della crisi climatica contribuiranno ulteriormente a peggiorare. Nell’anno in corso sarà fondamentale comunicare i progetti tesi a garantire accesso equo a cibo e risorse essenziali e i programmi di microfinanza, educazione e sviluppo sostenibile per contrastare le crescenti disuguaglianze economiche.
Conclusione
Il 2025 sarà un anno di grandi sfide, ma anche di opportunità per le organizzazioni non profit che sapranno interpretare il cambiamento e adattare le proprie strategie di comunicazione. L’adozione di un approccio proattivo e la capacità di rispondere con tempestività ai temi in agenda media potranno fare la differenza nell’impatto delle campagne di comunicazione e nella capacità delle organizzazioni di garantire un impatto positivo sulla società.
a cura di Maria Chiara Zilli – Press & Media Manager Communication