Natale 2020: come sarà? In tanti avete voluto condividere con noi i vostri pronostici sulle campagne di raccolta fondi in programma per questo fine anno complicato, aiutandoci a costruire una panoramica generale dello spirito con cui le organizzazioni si stanno approcciando alle campagne natalizie.
Nel complesso il 53% delle associazioni che hanno partecipato alla survey si aspetta risultati inferiori a quelli raggiunti lo scorso anno; quest’opinione è condivisa soprattutto dalle piccole realtà – per le quali il dato si alza al 66% -, colpite evidentemente in misura maggiore degli effetti della situazione di crisi. È curioso notare però che anche molte organizzazioni che non hanno riscontrato un calo delle donazioni nei sei mesi passati prevedano performance inferiori rispetto al Natale 2019, seppur in percentuali più basse (45%).
Ad affrontare le imminenti campagne con spirito positivo sono soprattutto le associazioni con mission legate al settore sanitario, che nella maggior parte dei casi (60% circa) non hanno accusato un calo delle donazioni nei primi sei mesi del 2019; i dati confermano quindi la tendenza generale dei donatori a privilegiare le cause sanitarie in questo 2020 segnato dalla pandemia di Covid-19.
Per quanto riguarda gli strumenti su cui le organizzazioni hanno deciso di puntare, emerge una diffusa preferenza per le campagne di digital fundraising (33%), su cui hanno deciso di investire soprattutto le organizzazioni di grandi e medie dimensioni. Anche l’offerta di regali solidali (33%) si conferma un punto fermo nella strategia di raccolta fondi di molte organizzazioni, a discapito invece del direct mailing e del telemarketing.
Il target su cui i fundraiser vogliono concentrare le forze è quello dei donatori già acquisiti (73%), in particolare gli small e i middle. Minore invece l’investimento su major donors e prospect: a questi ultimi le organizzazioni si rivolgono in particolare per la vendita di prodotti solidali.
“Concentrarsi con ancora maggiore attenzione sui donatori attivi presenti nel proprio database sarà la scelta ideale per molte organizzazioni non profit” – afferma Francesco Quistelli, ceo di Atlantis Company “e gli strumenti digitali sono un’ottima soluzione per costruire una solida relazione e coinvolgere i donatori più fedeli”.
La maggior parte delle organizzazioni (66% circa) ritiene che le donazioni corporate non impatteranno in grande misura sulle entrate complessive di raccolta fondi. Chi invece ritiene di sì punta soprattutto sulla regalistica aziendale.
Si nota infine una discreta apertura agli eventi digitali: soprattutto le grandi e medie organizzazioni hanno già deciso che sposteranno online le iniziative natalizie. Molti però ancora non lo sanno (40% circa), mentre una minoranza sembra non credere nello strumento o non avere le risorse necessarie per poterlo sperimentare (20% circa).
“L’impatto di questa crisi sulla raccolta fondi – continua Quistelli – è stato e sarà negativo per tutto il Terzo Settore, ma contemporaneamente ha dato un forte impulso al cambiamento, costretto molte organizzazioni a ripensare in corsa la loro strategia di fundraising, l’organizzazione interna e gli strumenti operativi. Anche se adesso ci sembra tutto molto difficile, coglieremo i frutti positivi di questo processo già nei prossimi mesi. Una cosa di certo non è cambiata: i donatori chiedono relazione, condivisione, trasparenza. Chiedono di essere parte di un progetto e di vivere emozioni positive. Chi coglie questo spirito avrà un grande futuro, e farà le giuste scelte.”